Dakar 1990 – L’ultima volta di Peugeot
Nonostante un imprevisto Vatanen riuscì a portare al successo la 405 T16
L’ edizione 1990 della corsa inventata dall’indimenticabile Thierry Sabine presentava due sostanziali motivi d’interesse. I ben 11.416 km di strade e il percorso, che anziché scendere dal Marocco, prevedeva l’attraversamento della Libia da Tripoli a Ghadames, da Ghat a Sabha per finire a Tumu, poi il Niger, lungo il lago Chad, Agadez, l’albero del Teneré, Niamey, Gao, Tomboctou e via dicendo fino al traguardo del Lago Rosa di Dakar.
E’ l’ultima partecipazione di Peugeot, vincitrice nei tre anni precedenti con Vatanen-Giroux (205 T16 Grand Raid) al debutto nel 1987, Kankkunen-Piironen (205 T16 Grand Raid) nel 1988 e Vatanen-Berglund (405) nel 1989 con l’episodio della monetina.
Per l’occasione il boss Jean Todt, fresco di presentazione del programma endurance con la 905, schierò una sorta di “grande armée”, con due 405 T16 Grand Raid per la coppia di campioni del mondo rally Ari Vatanen e Bijorn Waldegaard, novellino del raid ma grande esperto dei terreni africani con tante vittorie al Safari e in Costa d’Avorio, e altre due 205 Turbo 16 affidate a Alain Ambrosino e Philippe Wambergue.
Ben sedici scratch complessivi si susseguono e per l’esperto finnico c’è tempo pure per un brivido. Mentre è al comando della corsa con due ore di vantaggio deve affrontare una tappa quanto meno movimentata, fra Niamey e Gao. In questo tratto che mette in evidenza le doti del navigatore, il copilota è indisposto, la sua bussola non funziona e un urto contro un albero provoca un grande buco nero nella carrozzeria dell’auto! C’è di che fare impazzire ma grazie alla sua freddezza il successo finale non viene rimandato.
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